Sono gli anni ’80, quelli in cui sui canali musicali regna il Glam, l’Hair Metal, quelli in cui anche a Roma si sogna Hollywood e il Sunset Strip, ma si passano le giornate a Piazza di Spagna vestiti di pelle e jeans strappati sulle note di Skid Row e Guns n’ Roses. Nicola e Peppe, giovani, belli e capelloni (vabbè giovani e capelloni), suonano nei “Trenergia” e intanto mangiano pane e KISS, Andrea suona nei “Baby Bites” (il gruppo più famoso del suo condominio) e perde tempo all’università. I tre si muovono (male) nella scena metal romana sperando nella chiamata del grande pubblico … ma aspettandola si addormentano accanto al telefono (quello della SIP) nei primi anni ’90, mentre alla radio passa un pallosissimo pezzo dei Nirvana.
Arrivano gli anni 2000 e il mondo si ricorda dell’hard rock, rispolverandolo, ripulendolo dalla naftalina e rimettendolo in circolo grazie al web, al ritorno delle band storiche (che rimettono borchie, pajette e giubbotti sopra le panze) e alle nuove leve del Glam.
I Nostri eroi, improvvisamente si risvegliano dal torpore, si trovano grazie ad un annuncio, e capendo l’urgenza di tornare a suonare entrano in una clinica di riabilitazione per le dipendenze da Jack Daniel’s e Amatriciana. I capelli non sono quelli di una volta, la tecnica pure, le cinte borchiate necessitano di buchi in più, ma la voglia è tanta e dopo qualche prova la band col nome di Wicked Starrr (con 3 erre perchè su Facebook c’è già un feticista norvegese con 1 e una ditta di scarpe per spogliarelliste inglese con 2) comincia a produrre nuovi pezzi, suonando per ore in sala, sniffando piste e piste di Aulin.
Ed eccoli qua, di nuovo scintillanti, nonostante by-pass coronarici e artrite, a calcare i palchi della capitale col loro Hard Rock, orecchiabile e paraculo.